Possibile NDE di Steve T
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Descrizione dell'esperienza:

Ho avuto una NDE all’ età di 25 anni durante un’ operazione di routine. Mi svegliai dall’ anestesia accecato da un fiume di pura luce bianca, pensando che fosse l’ effetto dell’ anestesia generale. Pensai che era strano che la luce andasse ben oltre il nervo ottico, investendo tutto il mio essere. Immediatamente mi alzai in piedi e guardai l’ infermiera che mi aveva aiutato ad alzarmi. Non era un’ infermiera, era rivestita di luce, straordinariamente bella ed amorevole. Era la donna più meravigliosa che avessi mai visto, ed ancora oggi mi viene quasi da piangere al solo pensarci. Mi innamorai nel momento stesso in cui la guardai. Ero in estasi. Indossava un abito lungo ed ampio, dal quale traspariva tutta la sua luce. La luce era bianca e dorata. Era magra, bionda, con i capelli lunghi fino alle spalle. Era alta 1 metro e 70, ed aveva la pelle dalla tonalità dorata. Era certamente una donna, ma irradiava potenza ed intelligenza, insieme ad amore e delicatezza. Era responsabile e disponeva di una grande autorità .

Guardai dietro di me e vidi il mio corpo nell’ area post-operatoria ancora addormentato. Mi disse di non preoccuparmi, perché non ero morto. Il mio cuore batteva ancora. Potevo vederlo. Era preoccupata per il mio respiro perché l’ anestesia era stata troppo forte per il mio sistema nervoso centrale ed aveva appesantito il respiro. Lei era lì per stabilizzarlo e per controllare il tutto. Non fu detta una sola parola, tutta la comunicazione avvenne per mezzo del pensiero e dei sentimenti.

Mi disse che la mia vita era troppo importante per mettere a repentaglio la mia sopravvivenza, ecco perché lei era lì . Dovevo essere protetto. Ero troppo importante per rischiare.

Mi portò fuori ed io mi resi conto che stavamo guardando attraverso un muro verso il mio corpo addormentato, ma da un’ altra stanza. Dopo avermi calmato, e non ci mise molto, mi mostrò cose straordinarie.

C’ era una sorta di tenda di luce intorno a lei, ed un velo di energia dietro di lei. Non mi era permesso passare attraverso quel velo. Mi trovavo nell’ area post-operatoria ma tra due mondi. Al nostro fianco c’ era un alone di luci multicolori sfavillanti e dalle forme geometriche. Sembravano avere carica elettrica, si muovevano e brillavano tra il suo mondo ed il mio. Attraverso una sorta di nebbia, cercammo di osservare il mondo fisico.

Mi sentivo proprio bene e nient’ affatto sorpreso, perché quella non era la prima volta che incontravo qualcuno come lei. La sua luce era come una firma che la identificava, ed io avevo già visto quella luce in passato. Vederla ed innamorarmi istantaneamente fu tutt’ uno, ed io non volevo assolutamente lasciarla. Forse lei sentì che le circostanze suggerivano un parallelo improprio con mia moglie. Mi mostrò cose sui miei figli e rivelò un punto di vista di un’ altra donna persino più amorevole e desiderabile, la donna a cui ero sposato. Poi mi disse che era giunto il momento di ritornare, che il mio respiro si era stabilizzato, e che il mio sistema nervoso era in grado di funzionare autonomamente. Le persone mi hanno detto che è stata un’ allucinazione causata dai farmaci. Avevo già preso del Sodium Pentothal prima e non avevo mai avuto un’ esperienza simile. Infatti, non è stato piacevole la prima volta. Mia moglie era molto spaventata dalle parole che pronunciai non appena rientrato nel mio corpo. Quando mi svegliai fra le sue braccia, la luce si stava ancora riversando nella mia testa, poi lentamente mi lasciò . Balbettai espressioni d’ amore e d’ ammirazione rivolte a mia moglie, e lei mi disse che era rimasta scioccata ed impaurita dall’ intensità delle espressioni usate.

“ Non riuscirò mai a vivere nel modo in cui tu mi hai descritto” , mi disse. Altre esperienze Ho avuto altre esperienze come questa, solamente più intense e non collegate ad arresti respiratori. Ero sveglio durante queste esperienze e ne ricordo bene i dettagli. Non avevo preso alcun farmaco, e non c’ era stata mancanza di ossigeno al cervello. Ne ho avute una a 16 anni, due a 19, una a 21, ed una molto potente a 23 anni. La luce era così luminosa che il sole estivo tropicale sembrava sbiadito se paragonato a questa luce. Racconti Akashici, Maggio 2001 Stavo facendo visita ad un ashram situato tra tre riserve indiane. Ci trovavamo in una valle meravigliosa ed appartata. La comunità intorno a noi era lì da molto tempo. Gli spagnoli avevano piantato la loro bandiera nel 1536. Io ed il mio ospite stavamo discutendo della coscienza di Krishna e dello sviluppo spirituale. Cercavo di sentire il senso di pace di quel luogo e di allineare il mio spirito al terreno. Mi ritrovai in un altro mondo mentre il mio ospite stava parlando di uno stadio di spiritualità avanzata che poteva aprirci a nuove percezioni, aumentando la nostra consapevolezza.

“ Riesci a vedere il passato e a leggerne le informazioni spirituali dal terreno?” , chiesi. Lui mi rispose:

“ Ci sono dei grandi maestri in India che riescono a fare ciò , ma sono morti da parecchi anni ormai. Ci misero molti anni di studio per raggiungere quel livello” .

“ Qual è la storia spirituale di questo pezzo di terreno?” .

Lui si accorse che non stavo prestando abbastanza attenzione all’ importanza di ciò che stava cercando di dirmi. Ad una certa distanza vidi dei bambini rincorrersi, e che ridevano allegramente. Erano a piedi nudi. Indossavano abiti leggeri ed avevano legati i lunghi capelli neri dietro le spalle abbronzate. Il sole era caldo. Le loro madri erano vicine a me, solo a pochi metri di distanza e chiacchieravano dei loro lavori quotidiani e dei pasti che stavano preparando con farina di ghiande da terra, grano saraceno selvatico, e maranta. Stavano preparando anche le zucche.Erano chine ed intente a macinare a mano con una pietra. I bambini erano morti 150 anni fa, ma la cosa non era triste, era solo nell’ ordine naturale delle cose. Non erano i loro spiriti che stavo vedendo, solo un’ ombra delle loro vite registrate nel suolo, in un giorno felice.

Di nuovo, chiesi al mio ospite: “ Trovi molti manufatti indiani nel terreno?” .

“ Si, spesso” , mi rispose.

“ Anche macine o attrezzi utilizzati per preparare il cibo?” , chiesi.

Lui spostò un ramo basso di un albero vicino a dove stavamo, ed ecco la stessa macina che avevo visto usare dalla donna per preparare la farina per il pasto serale.