NDE di JoAnn M
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Descrizione dell'esperienza:

Ho incluso due versioni - la prima èil frutto di un’intervista, la seconda fu da me iniziata pochi anni dopo - non è completamente finita, ed ha alcune lacune anche se fornisce il senso del racconto.

PRIMA VERSION E:

Ero in casa e stavo piegando la biancheria, non mi sentivo molto bene, quando la mia bronchite iniziòad acutizzarsi tanto che capii che avrei avuto dei problemi. Feci qualche inalazione, ma senza esito. Come ultima possibilità, anche se non l’avevo mai fatto, fu di prendere un Epi-Pen, ossia una dose di epinefrina, un ormone chiamato talvolta adrenalina. Non ottenni alcun risultato, così chiamai mio padre che abitava a pochi isolati di distanza, e gli dissi che dovevo andare in ospedale. Prima che arrivasse, mi ricordo di aver camminato avanti ed indietro nel mio appartamento con grande impazienza come un animale in gabbia. Quando sopraggiunse, insistetti per uscire mentre aspettavamo un nostro amico che ci avrebbe portato in ospedale. Ricordo di aver fatto quattro o cinque passi verso l’ auto, poi più nulla. Svenni in strada. Poiché era una calda sera di settembre, i miei vicini erano fuori nel patio e mi videro svenire. Mentre accorrevano per togliermi dalla strada (per una strana ragione avevo trascinato anche mio padre in mezzo alla strada), qualcuno chiamòil 911. I paramedici arrivarono e si diedero da fare su di me in strada per circa tre quarti d’ora. Poichéero un peso morto, non fui spostata finchéarrivarono e mi misero su di una barella.

Da ciòche mi fu detto, mi fecero un prelievo di sangue per verificare se ci fossero tracce di stupefacenti e subito dopo mi intubarono. Avevo il respiro irregolare e le pupille erano fisse. Quando si resero conto di avermi stabilizzata e che potevano spostarmi, mi misero in ambulanza. Fu allora che il cuore si fermòla prima volta. Avevano appena svoltato l’angolo della strada. Poichémio padre era seduto accanto al conducente, riusciva a sentire il rumore dei monitor, poi il conducente iniziòad imprecare, accese le sirene e disse a bassa voce: “La stiamo perdendo”.

Mio padre non riuscìa vedermi di nuovo. Per altre due volte il mio cuore si ferm ò brevemente, mentre mi trovavo al pronto soccorso. L’ ultima volta, quando credo che il mio spirito rientrònel corpo, mi sollevai dal lettino e, con un movimento fluido, diedi un pugno sul mento ad un’infermiera. Ci vollero quattro persone per riportarmi a forza sul lettino e per somministrarmi una dose di sedativo. Avevano pensato che volessi togliermi il respiratore.

E’molto difficile spiegare ciòche avvenne durante quei momenti, perchéera come in un sogno, un sogno meraviglioso che non avevo mai fatto prima. Dove iniziò ? Non so. Mi stavo muovendo all’interno di un tunnel scuro, vellutato, di un color nero che non avevo mai visto néche riesco a descrivere, e stavo andando verso un punto luminoso molto, molto distante. Avevo delle guide spirituali che mi facevano fare una sorta di “ tour dell’ universo” . C’ era un senso di vastitàdell’ universo, di essere presente alla sua creazione, di essere parte dell’ universo fin dagli albori, ed io ero parte di tutto ciòche è stato e di tutto ciò che sarà.

Era come se io non avessi il senso di me stessa, del mio sé , e che io fossi tutto e che tutto fosse me stessa, Dio incluso. Era una sensazione molto rassicurante e mi sentivo al sicuro e protetta. Sentivo un amore incondizionato, gioia ed una pace profonda. Non avevo la sensazione dello scorrere lineare del tempo e anche ora ho ogni tanto qualche problema con i parametri temporali.

Mi fu detto tutto ciòche avvenne in passato e che avverràin futuro. Mi fu spiegato il motivo di ciòche “ fu” , che “è” e che “ sarà” . Ad esempio, mi venne detto che parte dei motivi dei cambiamenti globali, che si riferiscono al tempo meteorologico, sono dovuti al fatto che il pianeta sta iniziando a ritornare alla sua forma originaria, a disfare ci ò che l’uomo, credendo che fosse giusto, aveva compiuto. Ad esempio, i fiumi si stanno riprendendo i loro letti originari. Mi ricordo di aver posto delle domande a questi esseri: perchéaccade tutto questo, e perchéaccade quella cosa, ed appresi che cosìdeve essere. Mi fu anche detto di contro che gli esseri umani hanno il libero arbitrio ed alcune delle cose che accadono sono dovute proprio a questo.

Mi ricordo di aver compreso in profonditàil rapporto causa/effetto, lo ying e lo yang delle cose. Alcune cose non mi piacquero e, mentre mi sforzo di capire, mi rendo conto che avvennero a causa di scelte umane. Mi riferisco ai concetti di bene e di male. Udii dei suoni che non avevo mai udito prima, e mentre non vidi mai alcuna forma umana, sapevo però che vi erano “ vibrazioni” tutte intorno a me che mi guidavano e mi aiutavano.

Così, mentre mi muovevo, giunsi ad un punto dove dovetti fermarmi. Non volevo tornare indietro nel mio corpo. Incontrai una forma, che sapevo essere Dio, che mi disse che era giunto per me il momento di tornare indietro. Allora iniziai a discutere con Dio in modo un po' goffo, e Dio mi disse che dovevo tornare indietro perchéla mia missione non era terminata. Credo che fosse proprio il momento in cui, mentre ero al pronto soccorso, iniziai a muovermi con violenza sul lettino perché , fino a quel momento, non avevo dato segni vitali nérispondevo a stimoli di natura neurologica.

Aprii gli occhi e, mentre la stanza diventava più chiara, sentii la meraviglia del viaggio che avevo fatto per ritornare indietro. Diventando un po' piùcosciente, esso perse un po' di realtà. La mia famiglia si era riunita intorno a me ed io sentivo la loro ansia. Sfortunatamente non potevo parlare (e neppure muovermi dato che mi avevano legata). Non sapevo il motivo ma chiesi loro di slegarmi le mani così da poter scrivere. Dovevo provare che non vi era stata perdita di ossigeno, che non vi era alcun danno cerebrale, cosìquando un’ infermiera entrò, io scrissi su un foglio di carta il mio nome, data di nascita, indirizzo, numero di previdenza sociale, numero di telefono dell’ ufficio, nome dei miei genitori, zie e nipoti, ecc. L’infermiera insistette per farmi altre domande finché le scrissi di andarsene al diavolo. Lei uscì.

In quel momento entròun medico che cercòdi farmi un’ altra iniezione perchépensava che stavo diventando di nuovo violenta, ma io lo rassicurai dicendo che era tutto ok. Cosìuscì . Fu mia sorella che subito dopo mi disse perchémi avevano legata. Io scoppiai a ridere. Ero dispiaciuta che la leggerezza che avevo provato dall’altra parte stava sbiadendo cosìvelocemente. Mi svegliai del tutto. Dopo che i membri della mia famiglia se ne erano andati, ebbi una visione di un mio zio morto negli anni ’ 60 mentre guidava la sua motocicletta e che sembrava James Dean e che mi disse “ Cara, non era il tuo momento”.

Alcune settimane dopo chiamai lo IANDS (Associazione Internazionale per gli studi sulle NDE) di Seattle per capire che cosa fosse quest’ esperienza e se fosse stata reale. La persona che mi rispose mi ascoltò attentamente, e quando smisi di parlare, divenne molto emotiva. Gli chiesi se mi poteva dire qual era la mia missione perché quella era la reale motivazione della mia telefonata. Lui mi disse di mettere la chiamata in attesa, di sedermi e di chiedere all’universo quale fosse la mia missione. Devo ammettere che pensai che fosse un po' toccato, ma feci come mi aveva detto. Ritornai al telefono e gli dissi che avevo ottenuto la piùstrana delle risposte, ossia che non avevo amato abbastanza. Gli chiesi che diavolo potesse significare. Non avevo ucciso nessuno, avevo sempre creduto in Dio e in tutta quella roba, diavolo, non ammazzerei neanche una mosca! Sono una donna normale, non metto il mondo sotto sopra, vivo giorno per giorno, facendo quello che devo.

Credo che dopo aver blaterato per un po’, lui mi fermòe si congratulòcon me, dicendo: “Hai avuto una tipica NDE”. Mi disse che la missione èil motivo per il quale la maggior parte delle persone tornano indietro, e che ci possono essere un miliardo di possibili interpretazioni a “ non avere amato abbastanza”. Devo capirlo da sola ma, mi disse un segreto, che parte della missione potrebbe consistere nel far sapere ad altri in che cosa consiste la morte, e che non la si deve temere, e che la transizione è un’esperienza meravigliosa.

Mi potrei trovare in situazioni dove quest’argomento fosse affrontato alla presenza di perfetti estranei senza peraltro sentirmi in difficoltà.

Ora il mio concetto di “paradiso”e di “ aldilà” è legato a ci ò che scegli quando muori. Puoi scegliere di esistere in uno stato di amore incondizionato, oppure no, e tutto succede in funzione di quanto riesci a perdonarti per gli errori commessi nella tua vita. Sei tu che giudichi te stesso. Senti il dolore che hai creato nella tua vita, dolore che ti ritorna perché ne sei stato il creatore.

Talvolta le persone fanno esperienza di ciòdurante le loro NDE - nel rivedere la loro vita - ma io ne fui risparmiata poiché quella volta ebbi molti, molti incontri, alcuni strani, altri meno. Ho incontrato gli angeli, mi sono imbattuta in persone che si frapponevano a me lungo il mio percorso, che avevano problemi con i campi elettromagnetici, facevano andare in corto circuito gli elettrodomestici, facevano accendere le lampadine, erano passate attraverso tre automobili (una era un’auto nuova di zecca che diventòun limone!), hanno visioni di disastri meteorologici, relativi ai trasporti, ecc., fanno sogni molto vividi e possiedono capacitàparanormali.

La mia consapevolezza della mia NDE èin costante evoluzione. Posso vedere un programma in TV che fa scattare un ricordo particolare della NDE. Mi èstato detto che non tutta la NDE si manifesta, ma che appare nella memoria quando ne ho bisogno durante la vita. Non riesco ad immaginare quali altre cose incredibili mi possono essere capitate. Non vivo piùpensando al futuro, ma momento dopo momento. Cerco di non permettere che le situazioni abbiano un impatto negativo su di me, anche se, vivendo in un mondo fisico, è piùfacile dirlo che farlo. Le mie risposte a queste situazioni sono cambiate ed è lìche si è avuto un profondo mutamento. Non giudico piùfrettolosamente come prima, e lascio che le persone siano quello che sono senza cercare di forzarle a pensare come la penso io. Mi rendo conto che stanno vivendo in base al loro karma e scelgono in base ad esso, anche se vedo che i risultati possono non essere positivi. Capisco che èqualcosa che devono sperimentare, apprendendo le lezioni di cui hanno bisogno. E, di andare un poco oltre, se scelgono di tenere in considerazione la lezione.

SECOND A VERSION E:

Mi s ono ripromessa di farla per anni. Mentre avevo buone intenzioni, non è assolutamente la cosa piùfacile da rivivere. Certo, èuna passeggiata raccontarla, ma fare in modo che le giuste parole ritornino e che tu possa sentire le emozioni provate, beh, èmolto difficile. Quante volte ho acceso il computer e da qualche parte ho perfino salvato un file sul disco, ma non ho mai terminato. Sono rimasta ad occhi aperti e a farmi trasportare indietro nel tempo, sentendomi sopraffatta e, nel tentativo di mettere per iscritto qualche parola, sentirmi di nuovo collegata a quel piccolo pezzo di paradiso.

In realtà, tutto iniziòprima dell’ evento stesso. Era l’estate del 1994 e da un po' di tempo non mi sentivo molto bene. Era stato un anno duro per me, dovendo cercare un equilibrio dopo i problemi finanziari che avevo avevo a causa della perdita del lavoro. Quell’ esperienza fu veramente un incubo, ma avevo imparato la lezione.

L’erba non èdecisamente piùverde dall’ altra parte. Così, avendo appreso da quell’esperienza, mi ero ritrovata con un lavoro temporaneo avuto dal mio precedente datore di lavoro.

Riuscii a farmi dei buoni contatti nel settore delle risorse umane e quando il lavoro temporaneo terminò, trascorsero solo poche settimane finchétrovai ciò che si pu ò definire un lavoro perfetto. Ricordo di aver iniziato in un periodo nel quale ero sull’orlo di una polmonite, ma non avevo un’assicurazione sanitaria, néabbastanza denaro. Ero anche troppo orgogliosa per chiedere aiuto. Riuscii ad stare “ meglio” ma per tutto l’ anno successivo continuai a sentirmi sul punto di prendere un raffreddore.

Ero diventata iper-produttiva e, essendo una segretaria, non è proprio una bella cosa, ma avevo bisogno che qualcosa mi riempisse la vita. Avevo molti amici - mi ero presa una cotta per uno “giusto”del club, cosìuscimmo molte volte insieme per andare a ballare. Naturalmente, qualcosa mancava. Che cosa fosse, non lo sapevo. Avevo fatto molta meditazione introspettiva, ma saltava sempre fuori qualcosa che mi convinceva che non stavo facendo le cose giuste. Avendo seguito qualche anno prima un programma di studi olistici, mi ero convinta di essere una di quelle disadattate sul pianeta solo perché non riuscivo a trovare il mio posto. Ognuno sembrava esserci riuscito in qualche modo e che stesse progredendo bene. Ma non io. Continuavo a leggere, a cercare, senza venire a capo di nulla.

Un pomeriggio d’estate mentre ero al lavoro, improvvisamente mi accorsi che faticavo a respirare e mi sentivo svenire. Riuscii a chiamare un altro ufficio ma, sfortunatamente, l’infermiera con cui volevo parlare era occupata. Appesi il ricevitore e la sensazione passò. La considerai qualcosa di passeggero, di poco importante, attribuendola all’ aria viziata dell’ufficio e alla mia insofferenza al fumo. Il weekend del Labor Day (primo lunedì di settembre) del 1994 fu quando percepii che qualcosa non andava. Mi trovavo al solito party annuale della mia famiglia ed avevo il respiro affannoso. Essendo asmatica, dipendevo dagli inalatori, cosìiniziai ad ansimare. Man mano che il tempo passava e il caldo aumentava, mi sentii male. Cercai di non darlo a vedere e, dopo un po', riuscii a svignarmela e a tornare a casa. Peggioravo sempre di più, cosìdecisi che avrei chiamato il medico una volta ritornata in ufficio. Ci ero già passata in queste situazioni, così pensai che ero semplicemente stanca e provata dalle mie allergie autunnali e da una possibile fine del periodo estivo.

Settimane intere passarono senza che succedesse nulla. Naturalmente, quando mi recai dal medico mi sentivo bene cosìquel malessere fu attribuito alla fine della stagione estiva.

Il 20 settembre sembrava una di quelle solite giornate di lavoro. Mi sentivo solo un po' stanca e attribuivo la cosa alla lunga camminata che avevo fatto la sera prima. Ero bravissima a trovare dei pretesti. Era uno stupendo e caldo martedìsera, e mi stavo preparando per la serata. Avrei preso le cose da lavare e che dovevo portare a mia sorella, sarei passata a trovare le mie nipoti ed il nipotino, e mi sarei incontrata con il mio solito gruppo al club a ballare. Non avrei certamente fatto quel ballo. Così, andai da mia sorella, lavai la biancheria e giocai con i bambini. Portai perfino a passeggio Maggie, il loro cocker. Mentre mi trovavo da loro, iniziai a star male cosìdovetti ricorrere al mio fido inalatore. Mi non aiutòmolto, così decisi di saltare il mio fumoso club (anche se non era affollato, c’erano solo alcuni fumatori che riuscirono comunque a mantenere la nuvoletta di fumo sopra le loro teste). Andai a casa ed iniziai a disfare la biancheria. Mentre stavo piegando le lenzuola e gli asciugamani, mi sentii proprio male. Presi una pastiglia e inalai un po' di volte aspettando che il tutto facesse effetto, ma piùtempo passava piùmi sentivo peggio.

Chiamai il mio medico in studio per dirgli che avevo problemi e che sarei andata al pronto soccorso. Lasciai un messaggio nel caso volesse chiamarmi. Chiamai poi mio padre per chiedergli se il suo amico mi poteva dare un passaggio in città. Doveva solo percorrere pochi isolati ma, mentre lo aspettavo, peggiorai visibilmente ed andai in panico. Qualche mese prima il mio medico mi aveva prescritto un Epi-Pen in caso di estremo bisogno. Camminavo avanti ed indietro come un leone in gabbia. Decisi di farmi l’iniezione. Mi agitai ancora di più, camminando avanti ed indietro con maggiore frequenza. Finalmente mio padre arrivòed io insistetti per aspettare fuori. Erano circa le 8:35 di sera. Afferrai il suo braccio ed iniziammo a scendere i primi scalini. Quando arrivammo al piano, iniziai a perdere la visione periferica. Continuavo an ansimare. Il resto della storia mi fu raccontato da mio padre. Continuai ad aggrapparmi a lui mentre scendevamo la seconda rampa di scalini. Quando fummo sul marciapiedi, mi raccontò che io iniziai a farneticare e lo spinsi verso la strada. A questo punto, vidi tutto nero. Lui mi disse che lo trascinai in strada, mentre lui non riusciva a riportarmi verso il marciapiede.

Improvvisamente, sentii che il mio corpo diventava rigido e svenni in strada mentre lui mi afferrava. Cercòdi trascinarmi via dalla strada, ma io ormai ero un peso morto. Dato che era una serata tiepida, alcuni dei nostri vicini erano seduti nel patio, così assistettero alla scena e chiamarono l’ambulanza. Urlando aiuto, alcuni vennero in mio soccorso aiutando mio padre a portarmi via dalla strada. Mio padre riuscìa mantenermi la testa lontano dalla strada e mi raccontòche respiravo a fatica e che avevo gli occhi che roteavano. I miei muscoli si erano induriti ed appesantiti ed il mio corpo non funzionava più . Delle persone avevano iniziato a radunarsi intorno a me. I primi ad arrivare furono i pompieri. Un pompiere mi intubòsulla strada. Giunsero poi i paramedici che mi prelevarono del sangue per verificare se ci fosse droga ed iniziarono a somministrarmi dei supporti vitali. Chiamarono un ospedale per notificar loro del mio imminente arrivo. Comunque, ci misero oltre quaranta minuti per stabilizzarmi ed iniziare così il trasporto, per non parlare di utilizzare una barella. Nel frattempo, il mio medico aveva chiamato casa mia molto preoccupato perchénon mi aveva visto arrivare in ospedale. Date le mie condizioni instabili, i paramedici mi portarono nel piùvicino ospedale, un ospedale cattolico a poche miglia di distanza.

Incontrai molti angeli quella notte, alcuni sotto forma umana che rimasero con me finchéebbi un’ assistenza medica. Nessuno li vide arrivare o dove se ne andarono. Nessuno vide mai i loro volti, ma loro mi incitarono a tenere duro.

Il mio viaggio ha inizio. Stavo comodamente veleggiando in un tunnel scuro, senza una precisa direzione perchénon avevo alcun corpo e notai che l’oscuritàera di un tipo mai visto prima. Era tutto pieno d’amore, di gioia, di pace, ed io mi nutrivo di questi sentimenti. Delle onde vennero verso di me e gentilmente mi guidarono. Fui sopraffatta dall’ amore che mi circondava e che potevo ricambiare.

Ad un certo punto, un essere venne verso di me e mi portò a fare un giro dell’universo. Compresi come la creazione e le galassie erano state create. Feci visita a dei luoghi avanzati oltre la mia comprensione, ed altri che avevano appena iniziato! Fui avvolta in cosìtanto amore e compassione che potevo percepire ciòche stava accadendo alla mia guida. Mentre i paramedici continuavano il loro lavoro su di me e mi preparavano per il trasporto, ero troppo occupata a giocare con una stella e ad incontrare il mio Creatore! Non mi preoccupava affatto il non avere un corpo, e la paura non faceva parte del mio vocabolario. Le cose venivano assimilate all’istante e, durante quell’istante, la conoscenza era totale. Questi esseri non erano né maschi n é femmine. Dato che non c’era modo di misurare il tempo, non ho idea di quanto tempo passò . Mi furono mostrate e mi furono dette cose inimmaginabili.

Ogni volta che gli esseri mi lasciavano, io ritornavo nel tunnel, galleggiando, incontrando altri esseri. Ad un certo punto notai una fonte di luce molto luminosa e fluttuai verso di essa. Improvvisamente, un essere grande, di color grigio, mi bloccòla strada. Non riuscivo ad evitarlo, néaggirandolo népassandoci attraverso. Ricordo di averci provato molte volte, senza però riuscirci. Alla fine, gli chiesi di lasciarmi passare. Molto gentilmente mi disse di no. Gli chiesi di nuovo. Lui disse ancora di no. Dato che sulla Terra ero determinata, gli ordinai di spostarsi, tentando di scansarlo. Niente da fare. L’Essere, che io chiamai Dio, mi disse che dovevo tornare indietro per completare la mia missione.

Tornata sulla Terra, i medici e le infermiere stavano lavorano febbrilmente su di me. I miei segni vitali erano pericolosamente bassi, non sapevano quanto ossigeno avevo perso e se avessi dei danni cerebrali. Dato che le mie pupille erano fisse e che non riuscivano ad ottenere alcun tipo di reazione da me, il medico si recònella stanza dove si trovavano i miei genitori e mia sorella per dir loro che non sapeva per quanto tempo sarei ancora rimasta in vita, e che li avrebbe lasciati soli per decidere riguardo il funerale.

Nel frattempo io stavo completando il mio viaggio incredibile ed il mio spirito ritornònel corpo. In quel momento, mi sollevai d’improvviso sul lettino e diedi un pugno ad un ’ infermiera, cosìforte che pensarono che le avessi rotto la mascella. Non riesco ad immaginare quanta forza avevo in quel momento! Pensarono che stessi cercando di strapparmi il tubo dalla trachea, quando invece era il mio spirito che stava rientrando nel corpo. In base al referto medico, questo avvenne alle 1:05 di notte.

Quando mi svegliai non avevo idea di dove fossi, che giorno fosse, che ora fosse, niente. I miei famigliari erano intorno a me, con alcuni amici, il mio capo, i medici e le infermiere. Nell’esatto momento in cui mi svegliai, mi resi conto che la “ conoscenza instillata”in me veniva mascherata. Sapevo che era lì, ma non riuscivo piùad avervi accesso. I miei famigliari erano a dir poco isterici. Cercai di protendermi verso di loro, ma non riuscivo perchéero stata legata a causa del mio comportamento “violento”. Mia sorella mi aggiornòsu quello che era successo quando colpii l’infermiera, e tutto quello che riuscii a fare fu scoppiare in una fragorosa risata.

Inoltre, non avevo idea di quanto piccola fossi, perché pensavo di riempire tutta la stanza! Pensavo anche di galleggiare! Abbiamo “parlato”nel linguaggio dei segni ed io assicurai loro che stavo bene. Subito dopo un’ infermiera entròfacendomi delle domande per accertarsi di eventuali danni cerebrali. Afferrai la penna e un foglio di carta e scrissi le risposte prima che mi venissero fatte le domande - come il mio nome, l’indirizzo, il numero di previdenza sociale - diavolo, ho perfino scritto la password del mio computer in ufficio.

Il mio capo comprese che stavo bene e disse gentilmente all’ infermiera di uscire perchéio stavo bene (all’epoca il mio capo era un chirurgo oncologo). Senza minimamente badargli, l’infermiera continuòcon le domande, cosìiniziai a scrivere filastrocche. Fu allora che uscì.

I medici entravano ed uscivano dalla stanza per accertarsi delle mie condizioni e si meravigliarono che fossi viva, molto meno del fatto che non riportassi danni cerebrali. Infine, riuscii a convincere i miei famigliari ad andare a casa perchéstavo bene. L’infermiera alla quale avevo dato un pugno entròper vedere come stavo con una borsa del ghiaccio sulla guancia. Fu molto gioviale con me, considerando quello che le avevo fatto. Mi disse che il mio comportamento era normale considerando che ero rientrata nel mio corpo. A questo punto iniziai a chiedermi che cosa fosse successo.

Quella sera ebbi molte visite di parenti defunti che mi dissero che tutto sarebbe andato bene.

Nelle settimane che seguirono mi ricordai che ero ritornata per una missione, ma qual era? Mi recai in libreria fermandomi davanti alla sezione dei libri New Age e chiesi se ci fosse un libro che mi aiutasse a capire quello che mi era successo. Immediatamente, un libro salt ò giùdallo scaffale e cadde ai miei piedi - era un libro sulle NDE di Barbara Harris. Così iniziòil mio viaggio.

Successivamente, scoprii che la mia missione era ritornare ad amare, aiutando le persone a non temere la morte. Mi era stato detto che “ non avevo amato abbastanza”. Riuscii a comprendere tutto ciògrazie all’ aiuto di un membro del FOI (Friends of IANDS) di Seattle, che mi diede dei consigli al telefono. Mi disse di chiedere all’universo quale fosse la mia missione - e la risposta è quella su indicata. Pensai che fosse una cosa magnifica! Da allora non ho mai smesso. In certi giorni non èfacile da portare avanti, per il mio desiderio di “casa”, anche se so di essere qui per una ragione, come per tutti noi. Le sofferenze dell’umanitàtalvolta mi sono insopportabili. C’èancora così tanto da dire!

Informazioni Preliminari:

Genere: Femmina

Data in cui avvenne l’NDE: 20 settembre 1994

Il momento della sua esperienza fu associato ad un evento che minacciava la tua vita? Si Malattia . Problemi respiratori.

Elementi dell’NDE:

Come considera il contenuto della sua esperienza? Misto

Ci sono droghe o farmaci che potrebbero aver influenzato l’ esperienza? No

L'esperienza è simile a l sogno in qualche modo? Per nulla.

Si è sentito separato dal corpo? Si . Sapevo che ero solo amore - in forma spirituale, non paragonabile ad una forma fisica.

In quale momento durante l'esperienza era al suo livello più alto di coscienza e di attenzione? Incosciente.

Il tempo sembrava accelerare o rallentare? Tutto sembrava accadere simultaneamente; oppure il tempo si era fermato; oppure aveva perso ogni significato. In realtànon percepivo lo scorrere del tempo!

Ha l'udito differisce in alcun modo dal normale? Una specie di sibilo.

Era consapevole di eventi che accadevano altrove? Talvolta parlo di cose che non sono ancora accadute - èin questo modo che ho notato un aumento delle mie capacitàparanormali. Inoltre, quando mi svegliai, un mio zio che mor ì circa venticinque anni fa, mi apparve in una visione. In seguito vidi una foto che lo ritraeva come lo avevo visto (su di una moto e con i capelli alla James Dean, con un pacchetto di sigarette infilate su per la t-shirt - mi disse “Non era ancora il tuo momento, bambina”). Non conoscevo questo mio zio ma sapevo chi fosse e quando vidi la foto ed esclamai “oh, questo èlo zio Johnny”, mia zia rimase scioccata.

E’ passato attraverso o dentro un tunnel? Si . Era di un nero vellutato ed io vi galleggiavo dentro.

Ha incontrato o sentito la presenza di persone defunte (o vive)? No . Ricordo di aver incontrato due gruppi o forse tre. Non li conoscevo e tutta la comunicazione fu come infusa. Il primo gruppo mi portòa fare un giro dell’universo - passato, presente e futuro. Il secondo gruppo mi infuse una conoscenza universale. Il terzo essere era Dio che mi rimand ò indietro.

Ha visto una luce soprannaturale? Si . Una luce molto debole alla fine di un vasto tunnel.

Le è sembrato di entrare in un mondo soprannaturale? Decisamente una dimensione mistica o soprannaturale

Le è sembrato di comprendere improvvisamente tutto? Tutto ciò che riguarda l’ universo. Vedere parti del racconto sopra. Quando mi svegliai sentivo che la conoscenza acquisita se ne stava lentamente andando. Mi ricordo di essermi opposta, ma non riuscii a trattenerla. Ricordo cose strane, cose relative al tempo meteorologico, ciòche consideriamo strano dal punto di vista meteorologico èdovuto al fatto che il pianeta sta mettendo le cose a posto. Ricordo di aver posto domande e di aver ricevuto risposte su argomenti religiosi, e di aver compreso perchémi sentivo a disagio nella scuola cattolica. Non è che ci ò che ho appreso sia sbagliato, èsolo che non èdel tutto corretto. Ricordo che mi venne detto che le cose sarebbero andate bene, perché dovevano semplicemente accadere. Mi ricordo perfettamente che ciòche provai fu come una “ conversazione”approfondita sul libero arbitrio e di aver appreso che tutti noi possiamo scegliere e che le cose accadono, sia positive che negative, in base alle nostre scelte.

Talvolta, la conoscenza universale mi appare nella mente mentre le cose accadono nel mondo. Per esempio, ricordo alcune nozioni di fisica, e quando mi imbattei in informazioni riguardanti i buchi neri nella nostra galassia, esclamai improvvisamente: “finalmente ci sono arrivati”. Naturalmente ognuno mi guardòcome se fossi pazza, ma io scrollai semplicemente le spalle e dissi “ vecchie notizie”. Cose del genere mi accadono spesso.

Ha visto episodi relativi al suo futuro? Episodi del futuro del mondo. Non ricordo questa parte dopo il mio risveglio. I flash e le sensazioni/simbolismo talvolta ritornano ore, giorni o settimane prima che l’evento accada.

Ha raggiunto una barriera o una chiara delimitazione? Si . Il terzo essere che incontrai era Dio e lui mi fermòbloccandomi la strada verso la luce. Mi disse che dovevo ritornare per completare la mia missione. Volevo così tanto rimanere, restando morta. Non me lo permetteva (infatti, ci fu un alterco verbale!!). Ricordo di aver combattuto con Lui per ciòche mi sembrò essere alcune ore, arrivando anche a dire: “E tu chi ti credi di essere per non farmi passare ” .

Ha raggiunto un confine o punto di non ritorno o Ha potuto scegliere se rimanere o ritornare al suo corpo terreno? No

Dio, Spiritualità e Religione:

Qual era la sua religione prima dell’ esperienza? Cattolica

Ha modificato valori o convinzioni in seguito all’ esperienza? Si , molto. Ad esempio, non mi dilungo, so che Dio non èseduto su un trono con un grosso libro in mano e quando moriamo controlla i nomi spedendoci in paradiso o all’inferno. So che “ il giorno del giudizio”èla revisione della nostra vita. Sono diventata un persona pi ù docile, mi faccio trasportare dalla corrente (anche se alcuni giorni non ècosì facile). Potrei continuare a scrivere…

Vita Terrena non riguardante la Religione:

I cambiamenti nella sua vita dopo la sua NDE sono stati: Aumento

Dopo la sua esperienza, quali cambiamenti nella sua vita ci sono stati? Sono molto piùdecisa, più con i piedi per terra (beh, talvolta), piùdisposta a perdonare, piùspirituale, meno materialista (sebbene rinunciando a ciòche desidero ho molte piùcose ora di prima) - potrei continuare per ore.

Le sue relazioni interpersonali sono cambiate in modo significativo a causa della sua esperienza? Sono molto piùtollerante sulle differenze che riscontro nelle persone. Sono anche molto più selettiva. Tendo a sentire talvolta un senso quando incontro le persone e so che devo soffermarmi perché c’èuna lezione da imparare. Se qualcosa non funziona riesco ad identificarne la causa e ad andare avanti. La mia vita quotidiana èpiù incentrata sulla meditazione, più riflessiva, mi prendo più tempo per parlare con Dio, piùspirituale. Mi sento piùconnessa a tutte le cose. Ricordo che dopo la mia esperienza mi sedetti e vidi le cose come non le avevo mai viste prima, con rispetto. Mi sono sentita connessa a ciòche avevo sempre considerato come oggetti inanimati. Sentivo che tutto aveva una sorta di anima, di scopo, da una roccia ad un albero ad un insetto. Mi meravigliavo al passaggio delle nuvole, ah, qui ce n’éuna buffa, al modo in cui le gomme delle auto ruotano sulla strada e fanno andare avanti le auto. Diventai molto piùin sintonia.

Ho cercato una qualche pratica religiosa organizzata nella quale potessi sentirmi a mio agio e diventarne parte. Non ne ho ancora trovata una. Sono diventata un Master di Reiki che ha ulteriormente risvegliato l’ esperienza che era in me. Sono piùrilassata e tollerante al lavoro e sento che ovunque mi trovi è il luogo in cui devo essere. Ho imparato delle ottime cose a riguardo.

Ha cambiato lavoro a causa della sua esperienza? Lavoro o studi

Ha avuto un cambiamento psicologico a causa della sua esperienza? Un aumento delle mie capacitàtaumaturgiche e paranormali.

Ha avuto un cambiamento nei suoi sentimenti a causa della sua esperienza? Sentimenti relativi alla famiglia, agli amici e alla societ

Ha avuto un cambiamento nella paura della morte a causa della sua esperienza? Sentimenti riguardanti la morte.

Ha avuto un cambiamento nel suo proposito di vita a causa della sua esperienza? Senso o scopo della vita

La sua esperienza è stata difficile da esprimere in parole? Si , per me, le parole non esprimono la profonditàdei sentimenti.

Ha capacità paranormali o comunque fuori dall’ ordinario ottenute dopo la sua esperienza che non aveva prima? Si , sono state amplificate.

C’é una o più parti della sua esperienza che per lei ha un carattere particolarmente significativo o importante? Ci sono molte parti “migliori”. Rendermi conto che tutti noi abbiamo un proposito nella vita e ciò che ne facciamo sta a noi decidere. Rendermi conto che c’èveramente, veramente un Dio ed esseri spirituali che sono con noi tutto il tempo. Rendermi conto che c’èmolto di più oltre al piano di esistenza fisica. La parte peggiore èche mi hanno salvata. La parte peggiore èche non ho potuto scegliere e ho dovuto ritornare.

La sua esperienza é stata condivisa con altri? Si , di solito se sto con qualcuno e per una strana ed imprevedibile ragione (almeno sul piano fisico) la conversazione si incentra sulla morte e sul morire, su com’è e cose simili, di solito mi sento portata a condividere ciòche sento sia necessario. Talvolta le persone diventano nervose, tuttavia la maggior parte delle volte le persone sono cosìcuriose che non smettono di fare domande. La maggior parte di loro si sentono confortate nell’apprendere che c’èqualcosa di più.

Durante la sua vita, c’è mai stato un evento che ha riprodotto in tutto o in parte la sua esperienza? No

C’é qualcos’ altro che vorrebbe aggiungere relativamente alla sua esperienza? C’è cosìtanto da dire, tuttavia sento che mi ripeto molto cercando le parole migliori per esprimere i miei sentimenti.

Ci sono altre domande che potremmo fare per aiutarla a comunicare meglio la sua esperienza? Questo questionario èben fatto e costituisce un buon esercizio per focalizzarsi sull’ esperienza. Sono realmente riconoscente del fatto che qualcuno me ne abbia parlato - è come un mini ritiro!