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Descrizione dell'esperienza:

Dagli archivi della Christian Classics Etheric Library (CCEL). Che risorsa straordinaria! http://www.ccel.org/b/bede/history/htm/ix.xi.htm#ix.xi

Grazie a Joan Carles Vidal per averlo portato alla nostra attenzione.

Nota sul sito della CCEL: Tutti i libri su questo server sono di dominio pubblico negli Stati Uniti, tranne ciò che è espressamente indicato. Si possono copiare liberamente per qualunque scopo. Fuori dagli Stati Uniti, si prega di verificare le leggi locali sul copyright.

DESCRIZIONE DELL'ESPERIENZA:

Il racconto narra di una persona proveniente dalla Northumbria, che risorse dai morti e raccont molte cose che aveva visto, alcune delle quali molto temute, altre grandemente desiderate.

A quell'epoca ci fu in Gran Bretagna un miracolo grandioso, grande quanto quelli che avevano avuto luogo in epoche remote; per quanto riguarda il fatto che il corpo possa ritornare in vita dopo la morte, un tale che, per un certo tempo, era stato ritenuto morto, ritornò alla vita corporale, e raccontò molte cose memorabili che aveva visto, alcune delle quali ho pensato che fosse adatto descrivere qui brevemente.

Un tempo viveva in Northumbria un capofamiglia, di nome Incuneningum, che conduceva una vita timorata di Dio, insieme a tutta la sua famiglia. Quest'uomo un giorno si ammalò, aggravandosi di giorno in giorno, fino a quando, una notte, spirò. Allalba del giorno dopo, però, quest'uomo ritornò in vita e, improvvisamente, si mise seduto, facendo fuggire terrorizzati tutti coloro che si erano riuniti per piangerlo; solo sua moglie, che lo amava molto, gli rimase accanto, sebbene tremasse molto dalla paura.

Lui la confortò, dicendo: Non avere paura, perché sono stato veramente liberato dalla morte a cui ero legato, e mi fu permesso di vivere ancora tra gli uomini; comunque, d'ora in poi, non potrò più vivere come prima, ma in una maniera totalmente diversa.

Immediatamente si alzò in piedi, dirigendosi verso l'oratorio della chiesa di quella piccola città, rimanendo in preghiera fino al sorgere del sole; in seguito, divise tutte le sue sostanze in tre parti uguali: diede una parte alla moglie, un'altra ai suoi figli, e la terza tenne per sé stesso perché fosse donata immediatamente ai poveri.

Non molto tempo dopo, essendosi liberato dalle questioni del mondo, si recò presso il monastero di Mailros, che è quasi totalmente circondato dal tortuoso fiume Tweed, ed avendo ricevuto la tonsura, si ritirò in un luogo appartato che l'abate gli aveva preparato, e lì continuò fino al giorno della sua morte a fare grandi penitenze, mortificando il corpo e la mente così che, anche se la sua lingua restava in silenzio, la sua vita avrebbe mostrato che era stato testimone di molte cose da temere e da desiderare, che erano state nascoste agli altri uomini.

Perciò si mise a raccontare quello che aveva visto: Colui che mi conduceva aveva un aspetto estremamente luminoso ed un abito brillante, e noi camminavamo in silenzio verso un luogo, almeno mi sembrava, dal quale sorgeva come un sole d'estate. Mentre camminavamo, arrivammo ad un'ampia e profonda valle la cui grandezza era infinita; si stendeva alla nostra sinistra e, se da un lato, si vedevano terribili fiamme, dallaltro, e non meno terribile, grandine e neve infuriavano.

In entrambi i lati si vedevano anime di persone che sembravano gettate da un lato all'altro come sbattute da una violentissima tempesta; quando non riuscivano più a sopportare il caldo opprimente, quelle anime perdute si gettavano dall'altra parte dove un gelo mortale le attendeva; non potendo trovare sollievo neppure in quel luogo, si ributtavano verso le fiamme che non si estinguevano mai.

Ora, mentre una moltitudine innumerevole di anime deformi venivano tormentate in questo modo, senza alcuna possibilità di trovare il minimo sollievo, iniziai a pensare che forse questo era lInferno, di cui avevo spesso sentito parlare essere luogo di indicibili tormenti. La mia guida, che mi precedeva, rispose ai miei pensieri dicendo: Non pensare in questo modo, perché questo non è lInferno a cui tu credi.

Dopo aver proseguito il cammino, mentre io provavo ancora un profondo sgomento per quella scena che incuteva terrore, improvvisamente, vidi un luogo proprio di fronte a me che lentamente diventava sempre più scuro e dal quale si intravedevano delle ombre. Una volta entrati, le ombre diventarono così spesse che io non riuscivo a vedere più nulla, tranne l'oscurità e la forma dell'abito di colui che mi conduceva.

Mentre camminavamo in quel luogo avvolti da ombre come in una notte solitaria, Oh! Improvvisamente apparvero davanti a noi enormi lingue di fuoco sempre più grandi, che uscivano da un enorme abisso, ricadendovi subito dopo.

Dopo aver proseguito ancora per un po', improvvisamente la mia guida svanì lasciandomi da solo in mezzo a quelloscurità e a quelle scene che incutevano timore. Nel mezzo di quelle fiamme che senza interruzione fuoriuscivano da quell'abisso per poi ritornarvi, percepii che sulla punta di quelle fiamme che salivano verso l'alto si potevano scorgere delle anime di uomini che, come scintille che volano verso l'alto insieme al fumo, venivano gettate in alto per poi ritornare nelle profondità dell'abisso quando le fiamme recedevano.

Inoltre, un fetore inimmaginabile usciva da quei vapori riempiendo tutto quello spazio avvolto nell'oscurità. Essendo rimasto in quel luogo per molto tempo pieno di timore e non sapendo che cosa fare, da quale parte andare o che cosa mi attendeva, improvvisamente udii dietro di me un forte rumore come di un lamento miserevole e, nel contempo, di risata fragorosa, come se una rozza moltitudine insultasse dei nemici catturati.

Quando quel rumore diminuì di intensità, vidi una moltitudine di spiriti malvagi che, esultando e ridendo, trascinavano nelloscurità cinque anime di uomini che si lamentavano e che gridavano.

Fra quelle anime, per quanto riuscii a discernere, ve ne era uno con una tonsura da monaco, un laico e una donna. Gli spiriti malvagi che li avevano trascinati ritornarono nel profondo dellabisso di fuoco, e mentre scendevano sempre più in profondità, io non riuscivo più a distinguere tra i lamenti degli uomini e le risa degli spiriti, anche se sentivo ancora un suono confuso.

Nel frattempo, alcuni di quegli spiriti erano ritornati dallabisso fiammeggiante e, correndo verso di me e circondandomi da tutte le parti, con i loro occhi fiammeggianti e le fiamme che uscivano dalle loro bocche e dalle loro narici, cercavano di soffocarmi, minacciandomi di afferrarmi con gli artigli che avevano sulle mani: tuttavia, non osavano toccarmi, sebbene cercassero di terrorizzarmi.

Essendo così circondato da tutte le parti da nemici e da ombre oscure, cercai di guardarmi intorno per vedere se ci fosse qualcuno che potesse venire in mio aiuto, così da salvarmi.

Ad un certo punto, dietro di me apparve una luce luminosa come di stella in mezzo alloscurità che mi si avvicinava rapidamente, diventando sempre più brillante. Quando mi fu molto vicina tutti quegli spiriti malvagi, che avevano cercato di trascinarmi via con i loro artigli, si dispersero fuggendo.

Colui che li aveva fatti fuggire era lo stesso che mi aveva fatto da guida. Uscendo dalloscurità, e voltandosi verso destra, iniziò a portarmi verso una luce che era come il sole dinverno, fino a giungere in un luogo pieno di luce.

Mentre eravamo diretti verso quel luogo, vidi un muro enorme davanti a noi che, sia per lunghezza che per larghezza, sembrava essere infinito. Allora iniziai a chiedermi perché stavamo andando verso quel muro nel quale non si vedevano né porte, né finestre, né alcun altro tipo di ingresso. Ma quando arrivammo al muro, e senza che me ne rendessi conto, ci ritrovammo proprio in cima e, con mia meraviglia, vidi una pianura sconfinata e meravigliosa piena di fragranze di fiori appena sbocciati, il cui profumo intenso fece svanire di colpo quel fetore proveniente dallabisso che aveva riempito le mie narici.

Così grande era la luce in questo luogo che sembrava molto superiore alla luce del giorno o ai raggi del sole di mezzogiorno. In questo luogo si vedeva una moltitudine di gruppi di persone tutte vestite di bianco dalle quali traspariva una grande gioia.

Mentre la mia guida mi conduceva verso queste persone, iniziai a pensare che forse mi trovavo in Paradiso, del quale avevo spesso sentito parlare. La mia guida rispose ai miei pensieri dicendo: No, questo non è il Paradiso a cui tu credi.

Dopo aver oltrepassato questo luogo di spiriti benedetti, vidi davanti a me una luce molto più intensa della precedente, e mi giunsero dolci suoni di canti, e una meravigliosa fragranza era diffusa dappertutto, così intensa che quella che avevo percepito poco prima mi sembrò poca cosa. In più, anche quell'immensa distesa di fiori profumati, se comparati a quelli che avevo visto prima, mi sembrò poca cosa. Quando iniziai a sperare che saremmo entrati in questo luogo meraviglioso, la mia guida, improvvisamente si fermò e, voltandosi, mi ricondusse indietro.

Mentre ritornavamo e giunti nel luogo dove si trovavano gli spiriti gioiosi vestiti di bianco, la mia guida mi disse: Sai che cosa sono tutte le cose che hai visto?. Io risposi: No, e lui continuò dicendo: Quella valle dove hai visto quelle terribili fiamme di fuoco e gelo glaciale, è il luogo in cui si trovano le anime di coloro che furono giudicati e puniti ma ritardarono di pentirsi e di fare ammenda dei loro crimini; pentendosi solo in punto di morte, hanno lasciato il loro corpo; dato che si sono pentiti, saranno ammessi in Paradiso nel giorno del giudizio. Molti di essi vengono soccorsi prima del giorno del giudizio per mezzo di preghiere, di offerte e di diguini di coloro che vivono sulla terra, ma specialmente per le Messe celebrate in loro suffragio.

Inoltre, quellabisso che hai visto è la bocca dellInferno nel quale cadono coloro che non avranno mai accesso alleternità beata.

Questo luogo fiorito nel quale hai visto gruppi di persone vestite di bianco e gioiosamente riunite è quello nel quale vengono ammesse le anime di coloro che hanno lasciato il corpo avendo compiuto buone azioni, ma che non meritano ancora di essere ammesse in Paradiso; tuttavia tutte, nel giorno del giudizio, vedranno Cristo, ed entreranno nella gioia del suo regno; quelle anime, invece, perfette in ogni loro parola, opera e pensiero durante la loro vita, non appena lasciano il corpo, vengono ammesse direttamente in Paradiso che è nelle vicinanze di quel luogo dove hai sentito quei suoni dolci di canto insieme a quella fragranza e a quella luce molto intensa.

Quanto a te, devi ora ritornare nel tuo corpo, e vivere tra gli uomini, e se cercherai di esaminare attentamente tutte le tue azioni e conserverai il tuo modo di vivere e le tue parole in giustizia e semplicità, quando morirai, avrai un posto tra quelle anime gioiose e benedette che hai visto. Quando ti ho lasciato da solo per un momento, è stato fatto per questo scopo, perché io potessi capire che cosa ne sarà di te.

Dopo avermi detto questo, io non volevo assolutamente ritornare nel corpo, essendomi così tanto deliziato con la dolcezza e la bellezza del luogo che avevo visto e della compagnia di coloro che vi abitavano. Tuttavia, non osai fare alcuna domanda alla mia guida, e di lì a poco, mi ritrovai improvvisamente e senza sapere come, vivo in mezzo agli uomini.

Ora queste ed altre cose che questuomo di Dio ha visto, non sono state da lui rivelate a uomini oziosi o a coloro che vivono nel peccato, ma solo a coloro che, essendo terrorizzati dal timore dei tormenti o estasiati dalla speranza di una gioia senza fine, possano trarre beneficio da queste parole avanzando nella loro religiosità.

Vicino alla sua cella viveva uno di H'mgils, un monaco eminente nel sacerdozio, le cui buone opere gli davano credito: vive ancora oggi, conducendo una vita solitaria in Irlanda, sostenendo la sua avanzata età con pane nero e acqua. Questuomo si recò spesso da lui, e facendo molte domande, venne a sapere quello che aveva visto mentre era fuori dal corpo.

Fu in questo modo che venimmo a sapere della sua esperienza i cui dettagli abbiamo brevemente esposto qui. Raccontò anche delle sue visioni al re Aldfrid, uomo sapiente sotto molti aspetti, venendo da lui ascoltato così attentamente che la sua richiesta di entrare in monastero venne subito accolta, ricevendone la corona per mezzo della tonsura monastica. Quel re, tutte le volte che si recava da quelle parti, molto spesso andava da lui ad ascoltarlo.

A quel tempo labate e sacerdote Ethelwald, uomo dalla vita sobria e devota, era a capo di quel monastero; ora occupa il seggio episcopale della chiesa di Lindisfarne, conducendo una vita degna del suo grado.

A quelluomo venne assegnata una dimora appartata in quel monastero, nella quale potesse darsi più liberamente al servizio del suo Creatore in continue orazioni. E per tutto il tempo in cui quel luogo si trovò sulle rive del fiume, molto spesso egli vi entrava, tanto grande era il desiderio di fare penitenza nel corpo e spesso vi si immergeva continuando a cantare salmi e a pregare restandovi immerso per tutto il tempo che poteva sopportare, rimanendo in piedi, mentre le onde gli arrivavano talvolta a metà busto, talvolta fino al collo.

Una volta tornato sulla riva, non si toglieva mai gli abiti bagnati e freddi fino a quando non si fossero asciugati e riscaldati sul suo corpo. Dinverno, il ghiaccio gli galleggiava intorno, che talvolta aveva dovuto rompere lui stesso per avere un posto in cui stare in piedi o per immergersi, facendo dire a coloro che lo vedevano: Noi ci meravigliamo, fratello Drythelm (questo era il suo nome), per il fatto che riesci a sopportare un freddo così intenso. Lui rispondeva semplicemente, dato che era uno spirito sobrio e semplice: Ho visto un freddo più intenso. E quando dicevano: Ci meravigliamo che tu abbia scelto di osservare una regola di continenza così rigida, lui replicava Ho visto situazioni più dure.

Così, fino al giorno della sua morte, desiderando senza sosta la beatitudine celeste, sottopose il suo corpo invecchiato a digiuni giornalieri, conducendo molti alla salvezza per mezzo della sua vita e delle sue parole.